Starace
(Ausl di Modena): “C’e’ necessita’ di nuovi approcci che promuovano
opportunita’ di crescita sociale”
La Regione Emilia-Romagna ha
implementato un progetto d’avanguardia che, sulla base delle evidenze
scientifiche e della pratica clinica, punta a una migliore cura precoce e
al pieno recupero delle persone affette da psicosi.
“La psicosi –
spiega il dottor Starace – e’ una malattia mentale, caratterizzata da diversi tipi di sintomi che
portano alla perdita del rapporto con la realta’. La patologia e’ molto
comune e si riscontra prevalentemente nei giovani. Ad esempio, in
provincia di Modena, nel 2011, erano circa 3.700 i pazienti in carico ai
Centri di salute mentale ai quali e’ stata riscontrata una diagnosi di
psicosi. La filosofia del progetto e’ molto semplice.
L’obiettivo e’ prendere il meglio dalla ricerca ed applicarlo nella rete
dei servizi reali. Nei pazienti all’esordio psicotico e’ necessario un
percorso assistenziale che, oltre al trattamento farmacologico, includa
interventi psicosociali precoci, per migliorare gli esiti complessivi,
prevenire e ridurre le disabilita’ correlate alla malattia e ridurre i
costi dell’assistenza”.
Ma cosa s’intende piu’ in
generale per prevenzione in ambito psichiatrico?
“La prevenzione
primaria e’ agire prima che un disturbo sorga – risponde il dottor
Starace -. Ad esempio, nell’ambito della frattura del femore, gettare il
sale nelle strade quando ghiaccia, coprire le buche, togliere i
tappetini nelle case degli anziani affinche’ non scivolino. La
prevenzione secondaria, ed e’ di questa che parliamo,
e’ quando riusciamo ad individuare la situazione patologica al primo suo
manifestarsi. In questo caso, prima intervengo prima ho probabilita’ di
avere successo. Misure di prevenzione secondaria sono, ad esempio,
l’identificazione ed il trattamento di sintomi prodromici di ricaduta
nei pazienti schizofrenici; il trattamento precoce della depressione
puerperale e della depressione nei pazienti con
ipertensione o con infarto del miocardio recente. Infine, la prevenzione
terziaria per un paziente psicotico e’ quando posso intervenire per
ridurre la sua disabilita’ e reintrodurlo in un contesto lavorativo.
Oppure, invece di ricoverarlo per sei mesi in un ospedale, farlo
alloggiare in un appartamento con gli operatori in una cooperativa,
svolgendo azioni di inclusione sociale. Nella
prevenzione terziaria, tentiamo di limitare le conseguenze, il danno
psicosociale. Misure di prevenzione terziaria sono, ad esempio: la
riduzione del rischio di ricadute nella schizofrenia e nei disturbi
affettivi mediante un razionale trattamento farmacologico associato ad
interventi di supporto o di terapia familiare e ad altri interventi
nelle famiglie con elevate ‘emozioni espresse’; la
prevenzione della disabilita’ sociale e delle menomazioni dovute ai
sintomi; la lotta allo stigma, all’istituzionalizzazione ed alla
esclusione dei malati e potenziamento dei programmi e dei servizi
territoriali”.