Google+ Musica nel pancione, i bimbi la imparano e sviluppano l'udito - I risultati di uno studio finlandese

Musica nel pancione, i bimbi la imparano e sviluppano l'udito - I risultati di uno studio finlandese

Musica_gravidanzaFar ascoltare musica al proprio bambino quando è ancora nel pancione aiuta lo sviluppo del suo udito. A dimostrarlo è uno studio pubblicato su PLoS One da un gruppo di ricercatori dell'Università di Helsinki (Finlandia), secondo cui i piccoli riescono a riconoscere le melodie ascoltate nel ventre materno almeno fino a 4 mesi dopo la nascita.


Lo studio che ha permesso queste scoperte ha previsto di dividere le donne incinte che vi hanno partecipato in due gruppi. Al primo è stato chiesto di far ascoltare al bimbo nel pancione, durante tutto l'ultimo trimestre di gravidanza, una celebre ninnananna (Twinkle twinkle little star) per 5 volte alla settimana. Alle altre donne è stato invece chiesto di non far ascoltare al bambino musica durante lo stesso periodo. Dopo la nascita e quando i bambini hanno compiuto 4 mesi d'età i ricercatori hanno misurato la loro attività cerebrale mentre ascoltavano la ninnananna o una sua versione leggermente modificata. E' stato così scoperto che il cervello dei bambini che conoscevano la musica già dal pancione della mamma era più reattivo all'ascolto della musica. Non solo, tanta più musica era stata ascoltata durante la gravidanza, tanto maggiore era la risposta cerebrale alla melodia originale e a quella modificata. “Questi risultati – ha commentato Eino Partanen, primo autore dello studio - dimostrano che i bambini sono capaci di imparare ad un’età molto precoce, e che gli effetti dell’apprendimento restano evidenti nel cervello per un lungo periodo”.

Con questa scoperta Partanen e colleghi aggiungono un pezzo in più al mosaico delle conoscenze riguardo a ciò che i bambini possono imparare già nel ventre materno. Era infatti già noto che nel pancione i bimbi possono imparare alcuni dettagli del linguaggio, ma fino ad oggi non si sapeva per quanto tempo l'informazione potesse essere conservata nel cervello dei piccoli.

Fonte: http://salute24.ilsole24ore.com