I
modelli economici standard del processo decisionale umano (come la
teoria dell’utilità) hanno sempre minimizzato o ignorato
l’influenza delle emozioni sul comportamento decisionale,
considerando i decisori come delle macchine perfettamente razionali.
Tuttavia, negli ultimi anni
questa ipotesi è stata contestata da studi, che hanno individuato
ulteriori fattori psicologici ed emotivi che influenzano il processo
decisionale e, negli ultimi anni, i ricercatori hanno cominciato a
usare tecniche di neuroimaging per esaminare il comportamento nei
giochi economici.
Nel
Gioco dell’Ultimatum, i due giocatori hanno la possibilità di
dividere una somma di denaro. Un giocatore fa l’offerta su come
dividere il denaro mentre l’altro la può accettare o rifiutare.
Se si accetta, il denaro viene
diviso come proposto, ma se l’offerta viene rifiutata, nessun
giocatore riceve nulla. La soluzione razionale standard del gioco è
di offrire la più piccola somma di denaro possibile e di accettarla
poiché qualsiasi importo monetario (per quanto minimo) è
preferibile a nessuno. Tuttavia, molte ricerche indicano che
indipendentemente dalla somma, le offerte sono circa il 50%
dell’importo totale e le offerte basse (circa il 20% del totale)
hanno oltre il 50% di probabilità di essere respinte.
Perché
le persone fanno questo?
Sulla
base delle relazioni dei partecipanti, sembra che le basse offerte
vengano spesso respinte poiché percepite come ingiuste. Le emozioni
negative provocate dal comportamento ritenuto scorretto nel Gioco
dell’Ultimatum può portare le persone a rinunciare ad un guadagno
finanziario per punire il loro partner.
Le
offerte inique nel Gioco dell’Ultimatum generano conflitto tra il
cognitivo (accetto) e l’ emotivo (rifiuto). Questo
conflitto può essere visibile a livello neurale grazie alla
risonanza magnetica funzionale (fMRI).
In questo studio sono state
indagate le reazioni neuronali e comportamentali dei giocatori che
dovevano accettare offerte giuste (50:50) o ingiuste. In particolare,
è stato ipotizzato che le offerte inique avrebbero impegnato
strutture neurali coinvolte sia nella elaborazione emotiva sia
cognitiva, e che l’entità di attivazione in queste strutture possa
prevedere la decisione di accettare o rifiutare.
I partecipanti sono stati
inseriti all’interno dello scanner MRI ed informati che le offerte
potevano essere fatte sia da partner umani che da un computer, poi
hanno iniziato a giocare attravero un pc.
I risultati comportamentali
sono stati molti simili a quelli che si riscontrano tipicamente in
questo tipo di gioco. I partecipanti hanno accettato tutte le
offerte ritenute giuste mentre quelle molto basse sono state
rifiutate e la percentuale di rifiuto era molto più alta se
l’offerta ingiusta proveniva da un uomo piuttosto che dal computer.
Fonte: www.stateofmind.it
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/10/correlati-neuronali-ultimatum/