L’infanzia ha dei
diritti che sono riconosciuti solo da 32 paesi di cui 23 in Europa. Ciò
vuol dire che nelle scuole, nelle case e nelle prigioni di più di 90
paesi nel mondo è permesso anzi, autorizzato l’uso di punizioni
corporali. Quindi, affidandoci alle statistiche e ai numeri, più del 95%
dei bambini del mondo vivono in paesi ove la legge vieta la punizione
fisica, in particolare in famiglia.
In questi paesi (ma anche nel
nostro) c’è ancora la convinzione che umiliare e picchiare abbia una
qualche utilità ai fini del processo educativo.
Peccato però che le cose non
stiano proprio così e i risultati di tante ricerche lo sostengono e
promuovono il riconoscimenti di diritti anche per i minori. Infatti ciò
che i figli imparano è ben lungi da ciò che i genitori sperano di
ottenere.
Vediamo cosa dice la ricerca.
Punire sia fisicamente che in
altro modo è comunque degradante e indebolisce il rapporto genitori
figli. I genitori dovrebbero proteggere da tutto ciò che potrebbe
rappresentare un pericolo per i figli. I genitori che picchiano
rappresentano quindi il primo pericolo per i figli che imparano presto a
non sentirsi protetti. Tra loro dovrebbe esserci un rapporto basato
sulla fiducia e sulla reciproca stima solo così si ottiene uno sviluppo
sereno, quindi sano, quindi con tutte le prospettive aperte e
accessibili.
Il bambino vede incrinato lo
sviluppo psicofisico se sottoposto a qualsiasi tipo di punizione. Solo
se apprezzato, un bambino può crescere in modo sano. Se punito si sente
rifiutato e può quindi crescere depresso e con mille ansie e far uso di
droghe, alcolici e nei casi estremi sviluppare sintomatologie
psichiatriche. Chi viene punito può maturare una scarsa autostima, una
personalità precaria e quindi anche instabile, avere difficoltà nello
sviluppo cognitivo, avere difficoltà a diventare indipendente,
sviluppare timidezza, diventare introverso, passivo, dipendente
emotivamente ed affettivamente e, nei casi estremi si possono presentare
sintomatologie depressive e tendenza suicide.
I rapporti genitoriali posso
essere caratterizzati da irritazione, rancore, continui litigi, fughe.
Avendo paura dei genitori si tenderà a mentire, in alcuni casi rubare e a
sviluppare una forte aggressività che diviene forse l’unico mezzo
percepito come risolutore dei conflitti con i loro coetanei. Da qui il
noto fenomeno del bullismo sia con i coetanei che con eventuali partner.
Questi soggetti svilupperanno un basso livello di empatia che li può
portare anche a comportamenti antisociali.
Un ultimo punto è legato
all’intensità delle punizioni fisiche. Se il bambino non obbedisce e il
genitore è convinto che l’unico modo sia la punizione fisica, la
disubbidienza può essere compensata con un incremento dell’uso della
violenza che potrebbe divenire incontrollata. La maggiore violenza usata
dal genitore potrebbe degenerare con conseguenze anche tragiche.
Infatti, in tutto il mondo, molti bambini, muoiono sotto i ‘colpi’
sconsiderati e fuori controllo di un genitore che ignora altri modelli
educativi.
Questi bambini si
percepiscono soli e senza riferimenti e della vita non percepiscono il
minimo interesse, crescendo in questo clima avvertono un profondo senso
di umiliazione e senza nessuna protezione e nella loro testa si fa
strada l’idea di vivere in un mondo ingiusto. La tristezza li accompagna
fino al punto di isolarsi e non avvicinare ne farsi avvicinare da
nessuno, giungendo alla decisione di rifiutare ogni forma di
comunicazione con il mondo esterno. Il tutto ha origine dalla
convinzione di essere odiati dalla propria madre – proprio padre. Si
formano pensando di dover far tutto da soli perché nessuno può dar loro
aiuto e la percezione del mondo è quella di un luogo pieno di frammenti
impossibile da ricomporre.
Tratto da: www.dazebaonews.it