Secondo
una nuova ricerca, effettuata dalla Northwestern Medicine, i bambini
che ascoltavano 30 minuti di musica o di un audio book, dopo aver
subito un intervento chirurgico importante, esperivano una riduzione
significativa del dolore.
I
partecipanti, tra i 9 ed i 14 anni, potevano scegliere, da una
playlist, un audio book breve o brani musicali di generi differenti,
inclusi pop, country, rock e classica.
Trovare
un modo per controllare il dolore post-operatorio senza l’uso di
farmaci è vitale perché gli analgesici oppioidi – i più
comunemente usati per controllare il dolore post-operatorio –
possono causare problemi respiratori nei bambini. Quindi, l’uso di
oppioidi è limitato ed il dolore dei bambini non è ben controllato.
“L’audioterapia
è un’opportunità stimolante e può essere considerata dagli
ospedali come un’importante strategia per minimizzare il dolore nei
bambini che hanno subito un intervento chirurgico”, ha detto
l’autore maggiore dello studio Santhanam Suresh, “Ciò è poco
costoso e non ha alcun effetto collaterale”.
Ai
fini dello studio, è stato valutato il dolore in circa 60 pazienti
pediatrici dell’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital a
Chicago, sia prima che dopo aver ricevuto l’audioterapia. Essi
hanno riportato il loro dolore identificando delle immagini facciali,
come, ad esempio, una smorfia, delle lacrime o una faccia felice, per
illustrare come si sentivano.
I
bambini furono divisi, inoltre, in tre gruppi: il primo gruppo
ascoltava 30 minuti di musica a sua scelta, il secondo gruppo
ascoltava 30 minuti di storie a sua scelta ed il terzo gruppo
ascoltava 30 minuti di silenzio grazie a cuffie antirumore.
I
pazienti nei gruppi che ascoltarono la musica e la storia hanno avuto
una riduzione significativa del dolore, mentre coloro che ascoltarono
il silenzio non hanno avuto alcun cambiamento nella percezione del
dolore.
Santhanam
Suresh crede che l’audioterapia aiuti a contrastare un percorso
secondario nella corteccia prefrontale, che sarebbe coinvolto nella
memoria del dolore.
“L’idea
è che, se tu non ci pensi, forse non lo esperirai come un dolore
forte. Si cerca di ingannare un po’ il cervello e di concentrarsi
su qualcos’altro”.
In
più, Suresh ha precisato che: “Permettere ai pazienti di scegliere
la propria musica o le storie è una parte importante del
trattamento. Tutti ascoltano la musica, ma le persone hanno
preferenze diverse”.
Il
trattamento viene effettuato, comunque, senza considerare il
punteggio iniziale di dolore del paziente. “Non importa se il loro
punteggio di dolore è più alto o più basso quando sono esposti per
la prima volta all’audioterapia”, ha detto Suresh. “Esso
funziona per tutti e può essere usata anche per quei pazienti che
hanno avuto un intervento ambulatoriale e che hanno meno probabilità
di assumere oppioidi a casa”.
“Uno
degli aspetti più gratificanti dello studio è stata l’abilità
dei pazienti di continuare la loro audioterapia”, ha detto Sunitha
Suresh, “Dopo lo studio, diversi pazienti hanno finito per portare
i loro iPod e sentire la loro musica”. La ricercatrice ha aggiunto,
poi, che è stato rilevato anche un risultato inaspettato, ovvero il
fatto che l’ascolto di audio book e di musica avessero la stessa
efficacia. “Alcuni genitori hanno commentato che i loro ragazzi,
quando ascoltavano gli audio book, si rilassavano e si
addormentavano”, ha detto. “Era una voce calmante e distraente”.
Tratto da: http://www.psicologi-italiani.it