Photo-taking impairment effect: le persone è
come se usassero la macchina fotografica come una stampella alla quale
affidarsi per memorizzare gli oggetti, questo però indebolisce il
ricordo che è affidato alla memoria della macchina fotografica invece
che a quello della mente.
Fare foto o video di ciò che osserviamo non sempre ci aiuta a
ricordare meglio ciò che abbiamo visto e vissuto, è quanto emerso da una
ricerca della Fairfield University in Connecticut. Lo studio, ispirato
dall’osservazioni di vita reale, ha voluto indagare se l’abitudine a
fotografare e videoriprendere compulsivamente tutto ciò che vediamo, per
esempio quando siamo in vacanza, aiuti davvero a scolpire il ricordo
nella memoria o se invece possa avere l’effetto contrario, cioè quello
di distoglierci dalla vera osservazione.
La psicologa ricercatrice Linda Henkel ha testato 28 soggetti che
hanno visitato il Bellarmine Museum of Art: gli studenti sono stati
assegnati in modo casuale al compito di osservare o fotografare 30
diversi oggetti.
Il giorno successivo i partecipanti allo studio hanno svolto un test
di memoria: dovevano scrivere i nomi degli oggetti visti o fotografati
il giorno prima, rispondere a domande su dettagli degli oggetti, e
infine svolgere un test fotografico di riconoscimento.
I risultati indicano che i partecipanti allo studio ricordavano più
facilmente gli oggetti osservati di quelli fotografati. La Henkel ha
chiamato questo fenomeno “photo-taking impairment effect”, le persone, cioè,
è come se usassero la macchina fotografica come una stampella alla
quale affidarsi per memorizzare gli oggetti, questo però indebolisce il
ricordo che è affidato alla memoria della macchina fotografica invece
che a quello della mente.
In un secondo esperimento, 46 studenti hanno percorso lo stesso tour
al museo: la metà di loro avevano il compito di osservare gli oggetti e
l’altra metà quello di fotografare solo un dettaglio (ad esempio la
testa o i piedi di una statua).
Anche in questo caso l’indebolimento del ricordo, legato all’uso del
supporto tecnologico, era evidente, però il fatto di zoommare su alcuni
dettagli dell’oggetto li aiutava a ricordare la figura intera.
Questo studio ci suggerisce di prestare davvero attenzione a ciò che
fotografiamo o videoregistriamo, perchè solo così saremo facilitati nel
recuperare i ricordi, in caso contrario le immagini non rimarranno
impresse nella mente ma solo nella scheda di memoria della macchina
fotografica.
La Henkel sta ora progettando di studiare le differenze nelle memorie
di persone scelgono di scattare una foto rispetto a quelle a cui viene
chiesto di scattare una foto. L’idea è quella che il livello di
attenzione e interesse che varierebbe nelle due situazioni
influenzerebbe anche la qualità del ricordo.
Fonte: www.stateofmind.it