Dopo l'ok dall'EMA,
la Commissione Europea ha approvato il farmaco per il trattamento di
pazienti con infezione da HIV, di età superiore ai 12 anni, in
combinazione con altri antiretrovirali. È il primo passo verso la
commercializzazione del farmaco in tutti i paesi dell’UE una volta
definito prezzo e categoria di rimborso dalle autorità nazionali
È appena
stato approvato dalla Commissione Europea il Dolutegravir di ViiV
Healthcare, inibitore di un particolare enzima del virus HIV, chiamato
integrasi: questo farmaco è indicato per il trattamento di adulti e
adolescenti con infezione da HIV, di età superiore ai 12 anni, in
combinazione con altri antiretrovirali.
Questa approvazione da parte delle autorità regolatorie europee, che è seguita al sì del CHMP (Comitato per i Prodotti Medicinali per Uso Umano) dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), è il primo step per l’immissione del farmaco sul mercato di tutti i Paesi dell’Unione. Dolutegravir sarà disponibile nelle diverse nazioni non appena saranno concluse le pratiche relative alle modalità locali di rimborso del farmaco: il processo è già in corso in alcuni Paesi e gli altri seguiranno a breve.
“L’approvazione di dolutegravir rappresenta un importante passo avanti e apre la porta a nuove combinazioni di trattamenti per le persone che convivono con il virus HIV in Europa”, spiega Dominique Limet, CEO di ViiV Healthcare. “Il programma di sviluppo clinico del farmaco è stato reso possibile dalla partnership con le persone HIV-positive e i medici che hanno partecipato agli studi e abbiamo l’intenzione di continuare insieme a loro nel nostro percorso di impegno globale nei confronti dell’infezione da HIV/AIDS”.
In generale, l’enzima integrasi viene utilizzato dal virus HIV nel suo processo di replicazione. In questo caso, il farmaco ‘spezza la catena’: legandosi al sito d’azione dell’enzima, blocca un elemento chiave nel processo di replicazione virale e inibisce la possibilità di formare un nuovo virus da parte del DNA virale.
L’approvazione odierna si basa sui dati relativi a quattro studi clinici di Fasi III che hanno compreso 2557 adulti, trattati con Dolutegravir o con un farmaco di confronto, oltre ad un quinto studio condotto su una popolazione di adolescenti di età superiore ai 12 anni. In particolare, il programma di sviluppo clinico ha compreso pazienti naive (cioè mai sottoposti a cure antiretrovirali), soggetti già trattati e anche persone con infezione da virus HIV, che però hanno sviluppato resistenza a precedenti trattamenti ad altri inibitori dell’integrasi.
Parlando dei risultati, Dolutegravir si è dimostrato più efficace statisticamente rispetto ai farmaci di confronto in base a due studi pilota di fase III e non è inferiore in un terzo studio. Negli studi clinici, inoltre, il trattamento con Dolutegravir ha fatto registrare un ridotto tasso di abbandono della terapia dovuto ad eventi avversi (dall’1 al 3%) sia nei pazienti naive (mai sottoposte al trattamento in precedenza) che nelle persone già in trattamento.
Il profilo di sicurezza, in particolare, si basa su una serie di dati raccolti negli studi clinici di fase IIb e III in 980 pazienti naive, 357 precedentemente trattati ma non con inibitori dell’integrasi e 234 che avevano avuto un fallimento terapeutico in presenza di un inibitore dell’integrasi per la comparsa di resistenza a farmaci di questa classe. Gli effetti avversi più comunemente osservati sono stati nausea (15%), diarrea (16%) e cefalea (14%) e quello più severo, osservato in un singolo paziente, è consistito in una reazione di ipersensibilità con comparsa di rash cutanei e severi problemi epatici.
“Il trattamento dell’HIV non è una questione di ‘taglia unica’, è un trattamento che accompagna i pazienti per molti anni”, afferma John Pottage, Direttore Medico di ViiV Healthcare. “Continuiamo a trovare differenze cliniche misurabili tra i trattamenti attualmente disponibili nella terapia di combinazione anti-HIV. Disponendo dei dati clinici su dolutegravir, gli specialisti e le persone sieropositive possono considerare meglio l’efficacia antivirale e il profilo di tollerabilità offerti dal farmaco”.
La dose raccomandata di dolutegravir per la maggior parte dei pazienti è di una compressa da cinquanta milligrammi una volta al giorno. Per i pazienti che presentano resistenza alla classe degli inibitori dell’integrasi, sia essa documentata o clinicamente sospetta, così come in caso di co-somministrazione con alcuni farmaci, il dosaggio raccomandato e di cinquanta milligrammi due volte al giorno.
Fonte: www.quotidianosanita.it
Questa approvazione da parte delle autorità regolatorie europee, che è seguita al sì del CHMP (Comitato per i Prodotti Medicinali per Uso Umano) dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), è il primo step per l’immissione del farmaco sul mercato di tutti i Paesi dell’Unione. Dolutegravir sarà disponibile nelle diverse nazioni non appena saranno concluse le pratiche relative alle modalità locali di rimborso del farmaco: il processo è già in corso in alcuni Paesi e gli altri seguiranno a breve.
“L’approvazione di dolutegravir rappresenta un importante passo avanti e apre la porta a nuove combinazioni di trattamenti per le persone che convivono con il virus HIV in Europa”, spiega Dominique Limet, CEO di ViiV Healthcare. “Il programma di sviluppo clinico del farmaco è stato reso possibile dalla partnership con le persone HIV-positive e i medici che hanno partecipato agli studi e abbiamo l’intenzione di continuare insieme a loro nel nostro percorso di impegno globale nei confronti dell’infezione da HIV/AIDS”.
In generale, l’enzima integrasi viene utilizzato dal virus HIV nel suo processo di replicazione. In questo caso, il farmaco ‘spezza la catena’: legandosi al sito d’azione dell’enzima, blocca un elemento chiave nel processo di replicazione virale e inibisce la possibilità di formare un nuovo virus da parte del DNA virale.
L’approvazione odierna si basa sui dati relativi a quattro studi clinici di Fasi III che hanno compreso 2557 adulti, trattati con Dolutegravir o con un farmaco di confronto, oltre ad un quinto studio condotto su una popolazione di adolescenti di età superiore ai 12 anni. In particolare, il programma di sviluppo clinico ha compreso pazienti naive (cioè mai sottoposti a cure antiretrovirali), soggetti già trattati e anche persone con infezione da virus HIV, che però hanno sviluppato resistenza a precedenti trattamenti ad altri inibitori dell’integrasi.
Parlando dei risultati, Dolutegravir si è dimostrato più efficace statisticamente rispetto ai farmaci di confronto in base a due studi pilota di fase III e non è inferiore in un terzo studio. Negli studi clinici, inoltre, il trattamento con Dolutegravir ha fatto registrare un ridotto tasso di abbandono della terapia dovuto ad eventi avversi (dall’1 al 3%) sia nei pazienti naive (mai sottoposte al trattamento in precedenza) che nelle persone già in trattamento.
Il profilo di sicurezza, in particolare, si basa su una serie di dati raccolti negli studi clinici di fase IIb e III in 980 pazienti naive, 357 precedentemente trattati ma non con inibitori dell’integrasi e 234 che avevano avuto un fallimento terapeutico in presenza di un inibitore dell’integrasi per la comparsa di resistenza a farmaci di questa classe. Gli effetti avversi più comunemente osservati sono stati nausea (15%), diarrea (16%) e cefalea (14%) e quello più severo, osservato in un singolo paziente, è consistito in una reazione di ipersensibilità con comparsa di rash cutanei e severi problemi epatici.
“Il trattamento dell’HIV non è una questione di ‘taglia unica’, è un trattamento che accompagna i pazienti per molti anni”, afferma John Pottage, Direttore Medico di ViiV Healthcare. “Continuiamo a trovare differenze cliniche misurabili tra i trattamenti attualmente disponibili nella terapia di combinazione anti-HIV. Disponendo dei dati clinici su dolutegravir, gli specialisti e le persone sieropositive possono considerare meglio l’efficacia antivirale e il profilo di tollerabilità offerti dal farmaco”.
La dose raccomandata di dolutegravir per la maggior parte dei pazienti è di una compressa da cinquanta milligrammi una volta al giorno. Per i pazienti che presentano resistenza alla classe degli inibitori dell’integrasi, sia essa documentata o clinicamente sospetta, così come in caso di co-somministrazione con alcuni farmaci, il dosaggio raccomandato e di cinquanta milligrammi due volte al giorno.
Fonte: www.quotidianosanita.it