“Non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi”
Tratta da Antoine De Saint Exupery – “ll piccolo principe”.
Da questa citazione emerge l’importanza delle emozioni per gli essere umani.
Cos’è l’intelligenza emotiva?
L’intelligenza emotiva è definita coma la capacità di una persona di riconoscere, gestire ed esprimere in maniera adeguata e funzionale le proprie e le altrui emozioni.
Il riconoscere le proprie emozioni si riferisce alla consapevolezza di noi stessi e dei nostri stati d’animo.
Attraverso l‘intelligenza emotiva siamo in grado di monitorare
le nostre sensazioni, ed anche quelle degli altri, discriminando i vari
tipi di emozioni – felicità, tristezza, paura, rabbia, disgusto e
sorpresa – per poter poi utilizzare questo tipo di informazioni al fine
di indirizzare pensieri e quindi azioni.
Quali abilità implica l’intelligenza emotiva?
Infatti all’interno di questo “tipo di intelligenza” troviamo le seguenti abilità:
- conoscere le proprie emozioni
- gestire le proprie emozioni
- motivare se stessi
- riconoscere le emozioni degli altri
- utilizzare le competenze sociali nel relazionarsi con gli altri.
L’intelligenza emotiva, quindi,
racchiude in sè una serie di capacità ed abilità utili per affrontare
efficacemente la vita, per relazionarsi con noi stessi e con gli altri
con successo, per gestire e fronteggiare le richieste che l’ambiente
fisico e sociale ci pone.
Ma vi sono delle aree cerebrali dove è localizzata l’intelligenza emotiva?
Attraverso un recente studio si sono
potute localizzare le aree del cervello coinvolte nell’intelligenza
emotiva: corteccia frontale e corteccia parietale.
Lo studio pubblicato sul Sociale Cognitive & Affective Neuroscience
ed promosso dall’Università dell’Illinois, attraverso una comparazione
di dati tra veterani che avevano subito dei danni cerebrali e soggetti,
invece, che non avevano subito alcun danno cerebrale, ha infatti
sottolineato come le suddette aree cerebrali siano implicate non solo per l’intelligenza generale ma anche per quella emotiva.
Fonte: www.psicologicamenteok.com