Uno studio recente condotto dal gruppo di ricerca del Dott. G. Neil
Thomas dell’Università di Birmingham (UK), ha dimostrato che la qualità
del sonno è fortemente correlata con i disturbi dell’umore e un più
basso livello di qualità di vita negli individui affetti da obesità di
grado severo.
Per questo studio sono stati arruolati 270 individui con un indice di
massa corporea (BMI) di 47.0 kg/m2, che sono stati successivamente
presi in carico da un servizio regionale specializzato nella gestione
del peso corporeo. I partecipanti avevano un’età media di 43 anni. I
disturbi legati alla sfera del sonno,
il grado di sonnolenza esperito durante il giorno, i disturbi
dell’umore e la qualità di vita sono stati valutati mediante questionari
standardizzati.
Andando ad analizzare i risultati di questo studio è emerso che il
74.8% dei partecipanti era caratterizzato da una breve durata del sonno:
questi individui infatti riportavano una durata media di 6 ore e 20
minuti di sonno a notte. Il 52% dei partecipanti a questo studio
soffriva inoltre di una sintomatologia di tipo ansiosa, mentre il 43%
presentava una deflessione del tono dell’umore. Un’accurata analisi
statistica ha permesso di concludere che la qualità del sonno e il grado
di sonnolenza giornaliera erano significativamente correlati con i
disturbi dell’umore e il livello di qualità di vita, dopo aver
controllato l’effetto di numerose variabili confondenti tra cui il
sesso, l’età, l’ipertensione, il diabete e la sindrome da apnea
ostruttiva del sonno, che frequentemente accompagnano l’obesità.
Questo studio enfatizza l’importanza per la sanità di introdurre nella
routine strumenti standardizzati di screening per i disturbi legati al
sonno, in particolare tra i pazienti obesi.
Migliorare la
qualità e la quantità di sonno potrebbe incentivare fisicamente,
emotivamente e mentalmente questi pazienti, già costretti a fronteggiare
i cambiamenti negativi nello stile di vita che l’obesità comporta.
Il ruolo potenziale del sonno sul benessere degli individui
con un livello severo di obesità sembrerebbe essere stato quindi, fino
ad oggi, sottovalutato.
Sebbene il disegno di questo studio sia
cross-sectional, e quindi non permetta di indagare il legame di
causalità tra le variabili studiate, i risultati emersi
potrebbero suggerire che una precoce identificazione dei disturbi legati
al sonno potrebbe prevenire potenzialmente lo sviluppo e il perpetuarsi
del disagio psicologico presente negli individui con un livello di
obesità severo.
Nonostante gli innumerevoli disturbi e problemi che affliggono questi
pazienti infatti, nella pratica comune non vengono indagati i disturbi
appartenenti alla sfera del sonno e viene spesso anche prestata poca
attenzione al disagio psicologo, in quanto ad oggi la routine prevede di
focalizzarsi principalmente nel trattamento dell’obesità e delle
complicanze mediche ad essa relate, come ad esempio l’impostazione di
uno specifico programma alimentare e di esercizio fisico, invece di
andare ad analizzare le cause di questa patologia, che potrebbero essere
ricondotte a qualche forma di disagio psicologico o allo stress.
Queste scoperte sono importanti per il futuro, in quanto l’obesità
colpisce ad oggi il 37.5% degli adulti negli Stati uniti, che ha un
indice di massa corporea superiore a 30.
Fonte: www.stateofmind.it